venerdì 17 marzo 2017

Spazioadozione organizza e finanzia due pomeriggi formativi per i docenti del Cantone


Segnaliamo con soddisfazione due corsi per docenti delle scuole dell'infanzia, elementari e medie del Cantone Ticino organizzati e finanziati dalla nostra associazione che si terranno il 22 marzo e il 3 maggio 2017.

Il primo, condotto dal CTA (Centro di Terapia dell'Adolescenza) http://www.centrocta.it/, avrà luogo mercoledì 22 marzo dalle 14.00 alle 17.00 presso la scuola Media di Breganzona. Tema del corso: Bambini e ragazzi con disagio affettivo a scuola. Relatrice: Dssa. Pasculli.

Il secondo, condotto dall'Associazione il Ponte http:// www.associazioneilponte.ch., è previsto per il 3 maggio a Bellinzona. Tema del corso: Storie di bambini e ragazzi: adozione, emozioni e disagio a scuola. Relatrici: Nicoletta Gagliardi e Gabriella Rossini.

Invitiamo le famiglie a promuovere nelle scuole questi due pomeriggi formativi.

Ricordiamo che la nostra associazione non ha alcun finanziamento pubblico e promuove ogni sua attività con il solo contributo delle famiglie. Anche un piccolo sostegno può fare la differenza: c.c.p. numero 65-229598-0 intestato a Spazioadozione Ticino.

lunedì 13 marzo 2017

M.A.D. Storie complicate di adozioni difficili


M.A.D.  Madri adottive disperate. Storie Complicate di Adozioni Difficili, a cura di Mariagrazia La Rosa. Edizioni Book Sprint (2016)

Segnaliamo questo libro consapevoli  di suscitare in alcuni genitori adottivi una reazione di rifiuto: “Basta brutte notizie. Noi siamo genitori felici. Noi siamo capaci. Questi post ci intristiscono, ci fanno stare male” -  la stessa che ha profondamente ferito una delle mamme del gruppo facebook - ma altrettanto convinti dell’importanza di essere cassa di risonanza  di “voci fuori dal coro”.

Il libro, dedicato Ai nostri figli, fatica e speranza dei nostri giorni. A noi stesse, che con loro attraversiamo l’inferno portandoli in braccio per salvarli”, è una raccolta di post scambiati da mamme in rete e raccolti da Mariangela La Rosa, mamma naturale e adottiva, che “ha deciso di mettersi al servizio delle protagoniste per raccogliere le storie più complicate in un libro,raccontando forse per la prima volta il lato oscuro dell’adozione attraverso le conversazioni di chi ogni giorno lo affronta” .

L’intento è quello di aiutare altri genitori a sentirsi meno soli, meno inadeguati, meno “cattivi”; far capire a chi ha un’idea edulcorata dell’adozione quali sono le problematiche e le difficoltà di molte madri, frettolosamente giudicate colpevoli di non saper usare il pugno duro con i figli più “ribelli”. E’ anche un libro di denuncia della latitanza delle istituzioni (fatte le dovute eccezioni) e dell’assoluta mancanza di una rete di sostegno per le famiglie durante l’intero percorso adottivo.  Sono pagine piene di dolore e di rabbia – delle madri e dei figli/e martoriati da ripetuti abusi e abbandoni -  ma anche piene di vita, di momenti felici, di voglia di andare avanti, di non gettare la spugna.

Ringraziamo Arianna, una mamma del gruppo, per aver citato il nostro blog: è stata una vera sorpresa che ci ha fatto sentire felici e orgogliosi e raccogliamo il suo appello - “Ci fosse qualcosa su cui imparare a leggere i nostri figli…saremmo già a metà dell’opera…”-  invitando  le M.A.D.  a superare ogni resistenza e avvicinarsi con fiducia al libro di Nancy Newton Verrier,   Coming Home to Self. The Adopted Child Grows Up, perché è un’opera unica nel suo genere, che riesce a fornire utili strumenti per dare un senso ai comportamenti  solo in apparenza “anormali” dei nostri figli.

Da parte nostra l’offerta di approfondire, magari con un progetto condiviso, alcuni temi evidenziati nel libro. A titolo di esempio:
  1. "il troppo amore che disorienta, che riapre le ferite e non le cura" e "l'utilità del distacco emotivo",   
  2.   il problema delle “ricadute” e il sogno di una vita “normale”,
  3.   la tutela del rapporto madre-figlio/a all’interno delle comunità,
  4.  l’incapacità di affrontare e reggere il mondo del lavoro.
Le cose che si conoscono fanno meno paura e forse ci aiutano a trasformare le nostre fragilità in punti di forza.